فارغ كالطبل

È l’ammasso di parole che circolano in questi giorni.
È una postura difficile da correggere.
È il senso di nausea.
È assenza di chiarezza.

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Un giorno, un giovane ragazzo lasciò famiglia e casa.
Porto con sé solo un tamburo.
Macinò chilometri, alla ricerca di un posto.
Un posto nel quale vivere “secondo natura” (che vuol dire tutto e non vuol dire un cazzo di niente).
Con sé aveva sempre e solo un tamburo.

Trovò un posto e si mise a contemplare la natura.
Si mise ad ascoltare tutti i suoni della natura e gli parve che questo potesse essere bene.
Mancava qualcosa, tuttavia.
Legò il tamburo ad un albero.
Si mise a sedere e continuò ad aspettare e a contemplare.
D’un tratto s’alzò un forte vento ed il tamburo iniziò a suonare.

Gli parve, così, che ci fosse qualcuno che, in mezzo alla natura, potesse ancora suggerirgli qualcosa; dirgli qualcosa.
Si alzò, guardò il tamburo, lo scaraventò per terra e lo calpestò con tutta la forza che aveva.

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L’intelligenza sta
nel cercare con estrema cura
possibili compagni d’avventura

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