Ad augusta per angusta. Seh.

Passo da qui, soprattutto quando ho nella testa migliaia di ricordi; e però non riesco a sgravarli, non è proprio il mio forte.

Passo, guardo la pagina -ch’è sempre la stessa- e abbandono qualsiasi tentativo.
Lascio tutto lì, insieme alla mia stanca voglia ed alla sgradevole sensazione di avere qualche conto in sospeso.

Poi, se ci penso bene, mi rendo conto che di conti in sospeso ce ne sono eccome e non si tratta solo di sensazioni.
Allora vorrei sparire e lasciare la mia stanca voglia, la pagina -ch’è sempre la stessa-, insieme ai tentativi e ai conti in sospeso.

Oggi, per esempio, mi sono accorto (troppo tardi, davvero troppo) di aver fatto una cazzata colossale.
D’accordo: chi non fa non sbaglia, ma io non posso e non devo sbagliare.
Il mio errore costerà fatica, denaro e qualche bestemmia.

Così, alle 18.55 circa, abbandono la mia stanca voglia, la pagina -ch’è sempre la stessa, i tentativi, i conti in sospeso ed i miei fallimenti.

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