Il suo nome era…

Torno a casa e mi accorgo che la mappa del citofono è stata cambiata.
Qui siamo pochi, poco ci vediamo e poco ci conosciamo, ma almeno sappiamo i nostri nomi.
Così, giusto per non chiamarci usando appellativi strani, tipo “OH!”, oppure “Wè, bastardo!”, oppure ancora “Ciao, zoccola :)!” e cose così.

Torno a casa e mi accorgo che in questo condominio è arrivato un mio omonimo.
Molto strano, vi dirò, dato che l’omonimo in questione dovrebbe abitare nell’appartamento di fianco al mio.
Impossibile: lì c’è Ciro.
Ah, sì? Volete metterla così? Pensate che stia delirando, cari condomini?
Ho deciso, per tutti, che da stasera ci sarà un altro inquilino, in questo edificio.
(Ho finito or è poco di modificare la mappa del citofono).
Ho deciso, dicevo, che da oggi, in questo condominio, ci sarà anche un milanese.
Il suo nome è…

Cerutti Gino.

E se non ci credete, passate da qui, così vi mostro l’opera d’arte e vi offro un caffè.

9 pensieri su “Il suo nome era…

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