Lui, lui, l’altra.

[…]”Anche io trovo che la sincerità sia una qualità apprezzabile. Apprezzabilissima.
Chiesi al mio compagno di promettermi di non raccontarmi mai bugie.”
“L’ha fatto? Voglio dire, ha promesso e poi mantenuto?”
“Sì, ma poi aveva iniziato ad omettere, naturalmente. E allora non so più se sia stata una bella idea, la mia. Oddio, avrei dovuto aspettarmelo, sai?”[…]”Io ero così giovane. Sono arrivato vergine al matrimonio. Non tanto per un discorso religioso, quanto perché era una cosa alla quale tenevo moltissimo: mi sembrava potesse essere un dono meraviglioso. Soprattutto per lui. Ero molto innamorato. Non so se mi capisci.”
“Non proprio.”
“Ti dicevo… E insomma io ero così giovane e lui un eterosessuale convinto, più grande di me, e aveva avuto donne bellissime. Ecco, io avevo messo in conto che lui potesse… Era un uomo davvero affascinante.”
“Capisco.”
“Però, per più di quarant’anni sono stato un uomo felice.”
“E le bugie?”
“Sai, quando una persona arriva a mentire è perché vuole proteggere l’altro, quello in più. E vuole farlo perché è diventato l’elemento più importante.”
“Me lo rispieghi, per favore?”
“Voglio dire: se arrivo a mentire o ad omettere per proteggere un altro, vuol dire che quell’altro è più importante di te che sei, ora, davanti a me.”
“Forse ora ho capito e sono d’accordo.”
“Lui, però, in punto di morte, mi raccontò ogni cosa. Pensava che in casa vivessero tante persone. Mi parlava come se fossi una sorella, o una cuoca, o la madre… e mi diceva: “Non raccontarlo a * perché ne soffrirebbe”. Ed io ero lì, immobile, con le lacrime agli occhi e annuivo, mentre gli tenevo la mano.”[…]

* al Nomade – 22 febbraio 2012

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