Nessun luogo…

There’s no such place as far away, scriveva Richard D. Bach, nel 1976.
Non ricordo, esattamente, quando mi regalarono quel libro. Ricordo solo che lo lessi e lo riposi sorridendo, un’ora dopo averlo aperto.

E da allora, non ricordo esattamente quell’allora, pensare che nessun luogo fosse lontano diventò il mio modo di essere, di non stare fermo, di agire, di creare movimenti, di immaginare nuove realtà, di respirare nuove facce. Di diventare nomade.

C’è una foto, che rappresenta quel pensiero. È l’unico ricordo che mi lega, sebbene le corde siano ormai sottili e logore, alla città che più mi manca in questo momento.

Nessun luogo e' lontano.

Eppure, il solo pensiero di poter, un giorno, riattraversare quel ponte, mi scuote tutto ciò che può essere scosso.
Che la foto sia su flickr, o dentro un vecchio supporto cartaceo, non importa: si ha sempre la facoltà di poter chiudere un album, e di pensare che un giorno verranno scattate altre foto.

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