E’ arrivato il magico codice pin dell’i.n.p.s. gnorsì.

Quando si tratta di manifestarsi, sono abbastanza teatrale.
Un po’. Diciamo che sono teatrale.
Ok, lo ammetto: sono molto teatrale.

Ho fatto una “canata” esagerata ad un collega; ero talmente incazzato, che ho guadagnato almeno venti centimetri.
In altezza, oh.

Il mio problema (ammesso e non concesso che sia un problema) è questo paio di occhiali bianchi.
Divento punk, ma al contrario. knup, tipo.
E vedo il mondo da un altro punto di vista.

Ho scoperto una cosa abbastanza brutta, oggi. Mi sono incazzato ancora di più.

Dovrei parlare anche dei miei anfibi da fighetto, però. Dr. Martens. Quando cammino insieme a loro, il mondo guarda me da un altro punto di vista.

Arrivo all’esselunga, parcheggio, penso .oO(‘sto carrello lo prendo o no?).
Nel frattempo si avvicina un indiano, che inizia ad attaccare bottone, col solito pippone.
(lo guardo, attraverso i miei occhiali bianchi, comodamente appoggiato ai miei anfibi da fighetto).

Guarda – dico io – non ho spiccioli per il carrello.
Tieni – dice lui porgendomi un euro – me li dai dopo, no?
Che figlio di zoccola, penso io.
No – rispondo – tienti l’euro, te ne darò uno dopo la spesa.

Per non parlare, poi, del mio modo di passeggiare attraverso le corsie di un supermercato.

“IL PIU’ CONVENIENTE!” Tre spugne a 55 centesimi. Fico, penso.
Marca “Robust”. 55 centesimi. Robust. Centesimi.
Vabbè, le prendo.

Trotto verso l’uscita con un euro nella mano. Arrivo davanti all’indiano.
Tieni – dico io – ma… (in quel momento tiro su gli occhiali bianchi e lo fisso) questa è la prima ed ultima volta.
Ma io – accenna lui – io…
Ma tu niente – lo zittisco io – non regalo soldi a nessuno, direi (anzi, lo so con certezza) che sei il primo.

Abbasso gli occhiali, giro i tacchi (quelli degli anfibi da fighetto) e vado verso la guinness-mobile.
wrooom
E il titolo?
E niente, è un titolo.