Milano si spegne, piano piano, una volta superata piazza San Babila.
È giunta l’ora di prendere un caffè, ma le strade sono deserte e sembra che non ci sia possibilità di fermarsi in un posto piacevole, per continuare a scambiare due parole.
Ad un tratto giunge l’illuminazione (non mia, naturalmente).
California Bakery.
Entro e noto subito una spropositata quantità di dolci.
Penso ad una “double chocolate”, ma il mio cuore non regge l’idea della marmellata al lampone, e dunque ripiego su una coppa di gelato alla crema, ricoperta di panna e piena di brownies. (Molto più leggera, chiaramente…)
Le chiacchiere sono dolci, il tempo scorre veloce, l’affetto è palpabile, le risate continue.
Ad un certo punto, però, la coda dell’occhio mi dice qualcosa.
Faccio finta di non percepire (sono comunque in compagnia di una bellissima fanciulla, va detto).
E però, alla fine, cedo alle avances del mio istinto.
Nomade: ora la fermo e le chiedo se ci si può innamorare delle cameriere, anche se c’è la crisi.
E.: se lo fai, diventi il mio mito.
Ma sì.
Nomade: secondo te, in tempo di crisi, ci si può ancora innamorare delle cameriere?
Cameriera: penso proprio di sì.
Che pirla.
ma in tempo di crisi ci si può innamorare anche di Milano, no? più che mai, credo.
Metti che un giorno per caso finisca questa crisi. ;)
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bellissima? uomo dabbène, lei mi lusinga. :**