Nomadiade

Sarà la bellezza a salvarmi, quando non avrò più il soffio vitale, e allora saranno solo le mie ceneri a sussurrare.
O forse, ancor prima, il canto di una delle sirene di Ulisse, poiché in quel momento sarò deriva, e non natante, a trasportare quello che cercano altri migranti, o viandanti occasionali, tra flutti umorali secreti da me.
Sarà la notte a salvarmi, in un più recente contesto urbano, con il suono di note taglienti e canti strozzati, graffianti, per niente melodici.
Sarà la gomma bruciata, tra le curve fatte di sassi e sterri, e qualsiasi altra strada nuova che non conosco.
Sarà, in una dimensione che non conosco, il nuovo soffio vitale a destarmi, e a ricondurmi qui, tra queste pagine, che altro non sono che lacrime e non colore. E ombra.

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