Non sto tanto bene: piccole noie intaccano la mia salute.
Cercherò di mettermi a posto o di farmi mettere a posto.
Come dicevano gli antichi: “ad augusta per angusta”.
E’ che ‘ste cazzo di angusta iniziano a minare la mia verve…
Ci vuol pazienza, dicono.
Così scrissi ad un amico virtuale, poche ore fa e prima di ricevere una mail che mi ha lasciato frastornato ed un po’ disorientato.
Sono in difficoltà.
Non so che cosa fare. Penso al silenzio, perché è d’oro. Penso all’invisibilità, perché, in qualche misura, protegge se stessi e gli altri (anche se non fa muovere mezzo passo).
Capisco che, in questo intervento, non vi siano riferimenti così personali e così espliciti eppure trovo la faccenda piuttosto personale.
Avevo bisogno di scriverla.
Penso.
Le conclusioni sono pericolose, mi aveva scritto qualcuno.
L’unica cosa che riesco a dedurre, dati gli eventi di oggi, è che certi legami non muoiono mai.
Nel bene o nel male. Mai. Dico davvero. Mai, se non fosse chiaro abbastanza.
Non so se esserne felice o se incazzarmi con me stesso perché, per quanto mi riguarda, chi mi ha fatto del male è sparito per sempre dalla mia vita.
Per sempre.
In altre realtà, alcuni personaggi chiedono canzoni adatte al momento.
Fortunatamente, io non ho bisogno di chiedere.