Superare il blocco.

Mi soffermo sull’uscio.
La vicina di casa si lamenta perché, ancora una volta, ha dovuto rimuovere un pizzico di cenere volato, per sbaglio, sul suo terrazzino.

Mi soffermo sull’uscio con quel fare tipico degli attori americani un po’ impacciati: anch’io manco di stile e allora indugio affinché la telecamera mi riprenda per cogliere altri aspetti di me, che non siano quelli recitativi.

Mi soffermo sull’uscio e ripenso al mio ultimo viaggio.
(Nel frattempo, note stonate di un dirimpettaio maldestro riecheggiano nella strada.)

So che questo è l’ultimo autunno in terra labronica; lo so e me ne sono fatto una ragione.
Così, ho messo i sogni (un attico affacciato sul mare, per esempio) nel cassetto, preparato le valigie, salutato lo scirocco -fratello e compagno- e mandato un bacio al mare dei mori, per l’ultima volta.

L’Aurelia ha un altro aspetto: è fredda, nonostante il contributo del mare, e ciò che mi si para dinanzi è solo un agglomerato di fabbriche attempate, senza più vigore, senza più energia né calore, nonostante producano fumi e silicati che, una volta liberati, contribuiscono ad aumentare il rossore dei miei tramonti.

– Ciao, sto andando a Livorno, ho bisogno del mare. Avevo bisogno di non pensare, ho lasciato l’ufficio, ma mi puoi trovare qui, se vuoi.

“Se vuoi”. E chissà che davvero non fosse nelle corde del tuo essere, quel volere.
Quel desiderio.

– Mi raccomando, non ti addormentare su una panchina, cerca di tornare a casa.

“Casa”.

Non so davvero che cosa sia una casa, da quando mi ha abbandonato, da quando sono diventato un nomade, da quando…

– Certo, figurati, ho solo bisogno di quel vento che conosco così bene e che mi mancherà. Ma tu…

“Tu”. Silenzio.

– Ehi, tutto bene?
– Sì, sì. Ho solo perso le parole. (Ancora una volta, penso, ma non te lo dico.)

Torno a casa e l’unica canzone in grado di farmi compagnia è lì e suona solo per me.

3 pensieri su “Superare il blocco.

    • Here is a plea
      From my heart to you
      Nobody knows me
      As well as you do
      You know how hard it is for me
      To shake the disease
      That takes hold of my tongue
      In situations like these

      Questo era il fulcro, amica mia.

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