Mi sembrava di sentirti correre, in quelle notti d’agosto.
Non riuscivo a dormire e cercavo un modo per fartela pagare.
Cercavo anche un modo per dirti che, nonostante tutto, ancora ti amavo.
Cercavo le parole giuste, che sarebbero certamente arrivate, ma nel tempo sbagliato;
quando la mia voce profonda e vibrante -vibrante di una povera e magra consolazione- ti avrebbe detto che non ero più lì, ad aspettarti.
Mi sembrava di sentirti correre, in quelle notti d’agosto. Attraversavi la Merulana, con i vestiti strappati e le lacrime piene di sbavature di un Pierrot che era stato ferito, non solo in scena, ma anche nella vita reale.
E poi mi sembrava di sentirti, ancora, ferma sul mio petto, a disegnare un futuro che, inevitabilmente, non sarebbe stato nostro, ma solo tuo.
E, sullo sfondo, una colonna sonora infinitamente triste. Per me.
L’ultimo lascia sempre il passo al prossimo. Dai Nomade, dai.
Certamente. ;)