Il dubbio gusto della pubblicità

Faccio capolino solo per segnalarvi questo articolo:

http://www.lanazione.it/firenze/cronaca/2012/04/25/702785-Io-credo-nel-fotovoltaico-pubblicita-blasfema.shtml

Un paio di giorni fa, a Pisa, ho visto gli stessi manifesti.
Volete sapere chi è il genio che ha creato queste immagini? Cercate “artefranko” su flickr.

Non che io sia credente, ma è proprio il caso di dire che non c’è più religione. Sul serio.

A game of shadows

Il gioco d’ombre è molto divertente, nevvero?

Un maledetto vizio

La nostra quotidianità e le nostre piccole soddisfazioni trovano il proprio compimento anche attraverso la celebrazione di piccoli riti, no? (La prendo da lontano, perché la faccenda è piuttosto stupida, scusatemi.)
Bene.
I riti di un fumatore sono diversi (e spero che lo Scorfano non legga): accendere la prima sigaretta della giornata, quella della pausa pranzo, quella per festeggiare, quella per darsi una calmata (in verità non serve a niente, ma non importa, facciamo finta che sia così), e via discorrendo.
Poi c’è un altro rito: l’acquisto del pacchetto.
Io, ad esempio, fumo solo ed esclusivamente Marlboro rosse, in pacchetto morbido.
È assai difficile che resti senza sigarette, ma quando succede, credetemi, inizio ad innervosirmi.
Perché mai, dato che esistono i distributori? Proprio perché esistono i distributori e molti di questi fottuti distributori non dispongono di pacchetti morbidi per il nomade.
Davvero.

Qualche giorno fa…
Dopo aver comprato le sigarette ho detto: “Certo, Moreno, che se mettesse il pacchetto morbido nel distributore automatico, non sarebbe male… Ma lo sa che faccio chilometri per riuscire a trovarle?” (Sì, lo so, quello malato sono io, non il tabaccaio.)
Così mi ha risposto: “Appena trovo l’immagine giusta, ce lo metto.”

Finalmente, adesso, anche sotto casa mia c’è il pacchetto morbido, ed io sono meno nervoso del solito.

The Dark Nomad VS SLES 11/bis

1-0.
(Sì, mi sto bullando; voi non mi vedete, ma in questo momento sto davvero camminando ad una spanna da terra.)
Scritto ciò.

Un po’ di tempo fa, il Disagiato scrisse che i Sigur Ros fanno piangere da quanto sono bravi, ed io non posso che essere d’accordo.

Oggi ho deciso di donare un po’ del mio danaro a quel fenomeno di Jónsi ed al suo compagno (uno degli acquisti migliori degli ultimi mesi, va detto).
E direi che l’occasione è giusta, per lasciarvi una traccia che non dovrebbe far piangere (considerando il titolo), e invece…

Buon ascolto.

Un incontro generoso

Il Fiore prende in mano il microfono: “Chi si sente giovane lasci la sedia a qualcun altro e venga qui, a sedersi sul tappeto”.
Non ci penso mezzo secondo. Prendo il giacchetto e vado in prima fila. (E così mi sono anche preso qualche applauso :P)

So che tra pochi minuti l’avrò davanti e, con buone probabilità, gli occhi inizieranno a luccicare. E infatti.

Anna Marchesini entra nella sala, accolta da una standing ovation clamorosa.
È stato incredibile averla lì; era proprio lei, la Merope Generosa, la Bella Figheira, la signorina Carlo, ma, prima di ogni cosa, una donna incredibile.

Grazie di cuore.

Inviolata dai capricci del mare

La chiamata, questa volta, non l’ho persa.
E però non sono scoppiato a piangere.
Ti avevo già detto che qualcosa è cambiato?
Sì, lo so, sono monotono.
E grazie.

Finalmente è primavera

Sì, proprio adesso ch’è tornato l’inverno.
E, inter alia, avevo ragione: qualcosa è cambiato.
Un caro saluto ai miei due lettori e mezzo.

Nulla di nuovo, naturalmente

Un migliaio di chilometri, qualche litro d’alcol, e qualche sana risata.
Questo il bilancio delle mie vacanze che, finalmente, sono terminate.
Arezzo si ripresenta esattamente nel modo in cui l’avevo lasciata.
Le pareti del mio appartamento non annunciano novità importanti.
Eppure, mi dico, qualcosa è cambiato.

Buonanotte, gente.

Paura e delirio…

Non ricordo di aver bevuto o fumato qualcosa di particolare, o in particolare.
Ricordo solo che, arrivati al parcheggio, ho notato la loro Yaris ancora lì.
Mi guardo intorno, incredulo -saranno passate quattro ore dall’aperitivo- ed esclamo: “Ma cazzo! Sono ancora qui!”.

Poi mi giro, e li vedo sul sedile posteriore della mia auto.
Quindi hanno cenato con me, dopo l’aperitivo.
Ridevano.
No, ma, va tutto bene.

Buone feste anche a voi.

There was a time that the pieces fit…

E tu sei felice?