Galaxie

Stavo pensando, più o meno seriamente, a tutta una serie di cose che riguardano il nostro paese.
Ci stavo pensando quando, ad un tratto, su Big R Radio arriva Galaxie dei Blind Melon.
Il sorriso è scattato in automatico. I Blind Melon mi ricordano molti viaggi. E poi, insomma, mi sembra sia capitata a fagiuolo.
A che cosa stavo pensando? :)

Is this the place that I want to be
Is it you who I want to see
Holdin’ on, hold it high, show me everything
And you’re leavin’ me, yeah you’re leavin’ me
you’re leaving me with a hated identity

فارغ كالطبل

È l’ammasso di parole che circolano in questi giorni.
È una postura difficile da correggere.
È il senso di nausea.
È assenza di chiarezza.

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Un giorno, un giovane ragazzo lasciò famiglia e casa.
Porto con sé solo un tamburo.
Macinò chilometri, alla ricerca di un posto.
Un posto nel quale vivere “secondo natura” (che vuol dire tutto e non vuol dire un cazzo di niente).
Con sé aveva sempre e solo un tamburo.

Trovò un posto e si mise a contemplare la natura.
Si mise ad ascoltare tutti i suoni della natura e gli parve che questo potesse essere bene.
Mancava qualcosa, tuttavia.
Legò il tamburo ad un albero.
Si mise a sedere e continuò ad aspettare e a contemplare.
D’un tratto s’alzò un forte vento ed il tamburo iniziò a suonare.

Gli parve, così, che ci fosse qualcuno che, in mezzo alla natura, potesse ancora suggerirgli qualcosa; dirgli qualcosa.
Si alzò, guardò il tamburo, lo scaraventò per terra e lo calpestò con tutta la forza che aveva.

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L’intelligenza sta
nel cercare con estrema cura
possibili compagni d’avventura

Stralci

Mi divertono e mi aiutano a pensare. Gli stralci, intendo.
E allora, in tutto questo casino, mi(vi) dico: bastano pochi stralci di questa canzone, per capire un paio di cose.

Il blog resterà inattivo per qualche tempo (mi spiace, soprattutto, per i frequentatori assidui -due- e per quelli che ci inciampano, cercando il modo di risolvere i propri casini con il dannato codice inps).

Un caro saluto.