Arrivo puntuale. Ti chiamo e mi dici che stai per arrivare in stazione.
Termini. Quanto tempo è passato? Qualche mese.
Ho una voglia matta di rivederti, anche se so che mi farà estremamente male, e che a entrambi luccicheranno gli occhi, prima di salutarci, vis-a-vis, per l’ultima volta.
– Ciao Pì, (E non vogliamo metterla una bella frase di circostanza?) ti trovo bene.
– Anche io ti trovo bene, Pì.
Due Pì. Tu piccola, io pirla.
Parliamo del più e del meno, della mia improvvisa partenza da Roma, del tuo lavoro, della tua vita e dell’ultimo sbaglio. (Ricordi? Era il giorno del mio compleanno e finimmo a letto. Sì, certo, come potrei dimenticarlo?)
– Ascolti ancora le nostre canzoni?
– No, non più.
– Bè, anch’io…
– Hai sentito il nuovo album dei Muse?
– Qualche traccia.
– Che te ne pare?
– Penso possa piacermi.
– Va bene, aspetta.
Mi alzo e corro verso la Ricordi. Mi faccio due piani della stazione, saltando persone e rampe di scale. Entro in negozio, prendo il cd, grazie non stia a incartarlo e arrivederci, e dopo cinque minuti sono di nuovo da te.
– Chiudi gli occhi.
– Ma…
– Aprili.
Absolution.
Finisce così, dunque, con il perdono dei nostri peccati.
Ho saputo che sei convolata a nozze. Ma tu non eri quella che…?
Un sorriso.
I rumori di sottofondo non è detto siano tali… All’inizio fastidiosi, poi familiari. Lo realizzi quando finiscono.
E comunque, a me “absolution” non era mica piaciuto. :)
Pensa, invece, ch’è il mio preferito. Eh.
Origin Of Symmetry uber alles. Showbiz subito a ruota. Abbastanza trascurabile tutto il resto.
De gustibus non est disputandum. E meno male.
Amen. E sì che ad Absolution decisi di dargli una chance anche dal vivo. Ma non mi ha proprio acchiappato.
Proprio come il “noise” ch’è in quell’album. Tutto è Caso, ma non a caso. ;)
E tu saresti quello che non ha niente da scrivere?
Te l’ho detto: scrivo quasi sempre del passato, e alle volte quello stronzetto si nasconde. ;)