Intercettazione legale

Si tratta di un servizio che l’operatore telefonico deve prestare, a seguito di una richiesta formale presentata dalle Autorità Giudiziarie competenti.

Domanda: perché detesto questa materia? Perché non sopporto che i mezzi di comunicazione parlino e straparlino delle intercettazioni?

La risposta è semplice: perché dietro ad una intercettazione, c’è una serie di rotture di cazzo che alcune persone non sono in grado nemmeno di intuire.

Il popolo italiota ride, si diverte, paga attori ed attrici per dare voce alle trascrizioni e pensa che le intercettazioni siano un bel giocattolo.

Uhm.

La settimana scorsa abbiamo ricevuto un paio di lamentele da un personaggio piuttosto conosciuto.
Ovviamente, da responsabile e potendomelo permettere, l’ho mandato in culo e ho detto ai ragazzi di gestire la faccenda in modo preciso e solerte.
Comunque sia, l’ho maledetto.

Ieri, l’Autorità ci ha inviato una richiesta per procedere con l’intercettazione di tutte le chiamate nazionali effettuate e ricevute dal soggetto conosciuto.

Sempre ieri, per un caso fortuito, la piattaforma si è rotta e il nomade ha passato tutto il giorno in ufficio (fino all’una e trentacinque circa (ante meridiem)) per risolvere il problema.

Ogni lavoro vive e soffre delle proprie criticità, ma assicuro alle genti che lavorare per un Operatore Notificato è una vera e propria rottura di coglioni.

A te che, forse, sei capitato qui per caso: non pensare che il telefono allunghi la vita. Non pensare che serva a qualcosa. Non pensare che le tue parole siano così importanti: per noi sono solo milioni di minuti/mese; eccezionalmente, non sono solo minuti. E ti assicuro che in una intercettazione c’è tutto, tranne una cosa: il divertimento.

Intercettazione legale

Si tratta di un servizio che l’operatore telefonico deve prestare, a seguito di una richiesta formale presentata dalle Autorità Giudiziarie competenti.

Domanda: perché detesto questa materia? Perché non sopporto che i mezzi di comunicazione parlino e straparlino delle intercettazioni?

La risposta è semplice: perché dietro ad una intercettazione, c’è una serie di rotture di cazzo che alcune persone non sono in grado nemmeno di intuire.

Il popolo italiota ride, si diverte, paga attori ed attrici per dare voce alle trascrizioni e pensa che le intercettazioni siano un bel giocattolo.

Uhm.

La settimana scorsa abbiamo ricevuto un paio di lamentele da un personaggio piuttosto conosciuto.
Ovviamente, da responsabile e potendomelo permettere, l’ho mandato in culo e ho detto ai ragazzi di gestire la faccenda in modo preciso e solerte.
Comunque sia, l’ho maledetto.

Ieri, l’Autorità ci ha inviato una richiesta per procedere con l’intercettazione di tutte le chiamate nazionali effettuate e ricevute dal soggetto conosciuto.

Sempre ieri, per un caso fortuito, la piattaforma si è rotta e il nomade ha passato tutto il giorno in ufficio (fino all’una e trentacinque circa (ante meridiem)) per risolvere il problema.

Ogni lavoro vive e soffre delle proprie criticità, ma assicuro alle genti che lavorare per un Operatore Notificato è una vera e propria rottura di coglioni.

A te che, forse, sei capitato qui per caso: non pensare che il telefono allunghi la vita. Non pensare che serva a qualcosa. Non pensare che le tue parole siano così importanti: per noi sono solo milioni di minuti/mese; eccezionalmente, non sono solo minuti. E ti assicuro che in una intercettazione c’è tutto, tranne una cosa: il divertimento.

Testimoniare a tutti i costi

Ieri sera ripensavo a quanto mi abbia fatto male la visione del film “Ultimo tango a Parigi”.
Cose lontane, comunque.

Ci ripensavo perché Maria Schneider è passata a miglior vita.
E dunque pensavo a lei e pensavo ai fatti miei.
Scritto ciò.

Non spenderò mezza parola sulla sua figura, per motivi ovvi: non ne so un cazzo e non mi va di approfondire: sto bene così.

E però voglio lasciare un paio di collegamenti.
Della serie: c’è modo e modo.

Massantamadonna e questo mi piace di più

“Non è cosa, ma è come
è una questione di stile”

E poi, caro Uòlter, finisci sempre con l’indisporre l’avvocato. Eccheccazzo.

Testimoniare a tutti i costi

Ieri sera ripensavo a quanto mi abbia fatto male la visione del film “Ultimo tango a Parigi”.
Cose lontane, comunque.

Ci ripensavo perché Maria Schneider è passata a miglior vita.
E dunque pensavo a lei e pensavo ai fatti miei.
Scritto ciò.

Non spenderò mezza parola sulla sua figura, per motivi ovvi: non ne so un cazzo e non mi va di approfondire: sto bene così.

E però voglio lasciare un paio di collegamenti.
Della serie: c’è modo e modo.

Massantamadonna e questo mi piace di più

“Non è cosa, ma è come
è una questione di stile”

E poi, caro Uòlter, finisci sempre con l’indisporre l’avvocato. Eccheccazzo.

Figa ad Arezzo

Incivile!

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فارغ كالطبل

È l’ammasso di parole che circolano in questi giorni.
È una postura difficile da correggere.
È il senso di nausea.
È assenza di chiarezza.

**

Un giorno, un giovane ragazzo lasciò famiglia e casa.
Porto con sé solo un tamburo.
Macinò chilometri, alla ricerca di un posto.
Un posto nel quale vivere “secondo natura” (che vuol dire tutto e non vuol dire un cazzo di niente).
Con sé aveva sempre e solo un tamburo.

Trovò un posto e si mise a contemplare la natura.
Si mise ad ascoltare tutti i suoni della natura e gli parve che questo potesse essere bene.
Mancava qualcosa, tuttavia.
Legò il tamburo ad un albero.
Si mise a sedere e continuò ad aspettare e a contemplare.
D’un tratto s’alzò un forte vento ed il tamburo iniziò a suonare.

Gli parve, così, che ci fosse qualcuno che, in mezzo alla natura, potesse ancora suggerirgli qualcosa; dirgli qualcosa.
Si alzò, guardò il tamburo, lo scaraventò per terra e lo calpestò con tutta la forza che aveva.

**

L’intelligenza sta
nel cercare con estrema cura
possibili compagni d’avventura

Ma falla bbasta!

In questi giorni ‘n sacco de ggente parleno della Tunisia e dell’Egitto.
Ne parlano, anche perché (a sentire e leggere loro) vengono istigati dal pessimo modo -dei media occidentali- di divulgare le informazioni.
Bene: e se vi dicessi che neanche voi siete così tanto illuminati?

Walid mi racconta delle cose ed io certo non le riporto, perché tutti hanno ragione e sono fighi e hanno capito il motivo per cui c’era quel regime e come si svolgevano e venivano intraprese azioni commerciali e in che misura c’entravano e c’entrano gli USA e…

Io ascolto Walid e seguo in religioso silenzio ciò che sta accadendo da quelle parti.
E non mi sogno nemmeno per un attimo di chiedere a Walid qualcosa su Berlusconi.
Per dire.
Quindi, caro tuttologo, faresti bene a morderti la lingua e le dita.
Falla basta! O, almeno, abbi la decenza di avere dubbi. Forti dubbi.

Ma falla bbasta!

In questi giorni ‘n sacco de ggente parleno della Tunisia e dell’Egitto.
Ne parlano, anche perché (a sentire e leggere loro) vengono istigati dal pessimo modo -dei media occidentali- di divulgare le informazioni.
Bene: e se vi dicessi che neanche voi siete così tanto illuminati?

Walid mi racconta delle cose ed io certo non le riporto, perché tutti hanno ragione e sono fighi e hanno capito il motivo per cui c’era quel regime e come si svolgevano e venivano intraprese azioni commerciali e in che misura c’entravano e c’entrano gli USA e…

Io ascolto Walid e seguo in religioso silenzio ciò che sta accadendo da quelle parti.
E non mi sogno nemmeno per un attimo di chiedere a Walid qualcosa su Berlusconi.
Per dire.
Quindi, caro tuttologo, faresti bene a morderti la lingua e le dita.
Falla basta! O, almeno, abbi la decenza di avere dubbi. Forti dubbi.

Cari amici di Repubblica… /bis

… forse dovreste spiegare ad uno dei vostri articolisti che parte del nome del deposto presidente tunisino è, semmai, Ben Ali.

Bell’Alì si trova su spinoza.it.

Infine, se qualcuno scrivesse il mio nome con un bell’accentò sulla ò, mi incazzereì e non pocò.
Santoddiò.

Cari amici di Repubblica… /bis

… forse dovreste spiegare ad uno dei vostri articolisti che parte del nome del deposto presidente tunisino è, semmai, Ben Ali.

Bell’Alì si trova su spinoza.it.

Infine, se qualcuno scrivesse il mio nome con un bell’accentò sulla ò, mi incazzereì e non pocò.
Santoddiò.